domenica 7 ottobre 2012

Dove sei?

E' un giorno qualunque quando l'uomo si guarda attorno, alza lo sguardo al cielo, verso uno stormo di uccelli che migrano, poi guarda il branco di animali che è riuscito ad addomesticare e che gli forniscono carne e latte; è un giorno come tutti gli altri e lui continua a lavorare…

Quella notte sente nelle vicinanze il leone da cui deve difendersi col fuoco e coi bastoni che lui stesso ha costruito; ha paura per sé e per quelli che gli stanno intorno; il suo pensiero si ferma per un lunghissimo istante sulle sensazioni che sta provando.
La mattina successiva fissa lo sguardo sui fiori degli alberi dove insetti si posano e si alzano senza sosta, ricorda ed associa allo scorrere del tempo, il ripetersi sempre uguale e sempre diverso del ciclo della vita.

Così continua per anni, così continuano a fare i suoi figli  e i figli dei sui figli, finché un giorno, un altro uomo, del tutto simile al primo, è attraversato da un pensiero, anzi da una certezza: "queste creature che mi circondano sono beate, il mondo del quale faccio parte è buono.
Ma io sono diverso, non sono sempre beato, io sono inquieto".
Si guarda intorno: "gli uomini e le donne della sua tribù e quelli delle altre tribù che incontra sono inquieti".

Non gli basta più sacrificare allo sconosciuto dio che ha dato forma all'alba bianca e colore al tramonto indaco; che ha innalzato il vulcano che di tanto in tanto fa tremare la terra; non gli basta più sacrificare al dio e permette quel sonno dal quale non ci si sveglia più...

Le domande ora sono chiare: Perché la morte? Perché la fatica del lavoro? Perché il dolore del parto?  Perché gli altri animali semplicemente vivono la vita, mentre noi ci rinvoltoliamo nei suoi perché?

Ora però una nuova intuizione, tanto chiara da essere un'ispirazione, gli faceva accelerare i battiti del cuore e rabbrividire la superficie della pelle.
Pensieri sparsi si avvicinavano fra loro attirati uno verso l'altro:

"Anche l'uomo una volta stava in uno stato di grazia come lo è il resto del creato".

"Era, sì, era come.... un paradiso terrestre".

"Nel Creatore c'era la volontà di dare vita ad una creatura capace di riconoscere il bene e il male..."

"Poi qualcosa era successo, ma forse era nell'ordine delle cose..."

"Era come se un giorno, questa creatura, cresciuta all'ombra dell'evoluzione, avesse assaggiato un frutto della conoscenza e ....e poi ne avesse pagato le conseguenze".

"Gli occhi si erano aperti, l'Uomo aveva preso coscienza  della propria nudità;"

"Scacciati dal Paradiso...si ma era stata la logica conseguenza...;"

"...Ma il Creatore non ci ha abbandonato. Infatti ci ha vestiti...."

"..Dobbiamo fare la nostra strada...per incontralo faccia a faccia, di nuovo".

Dopo aver vagato per ore con la mente su questi e altri pensieri, l'Uomo aveva qualcosa dentro di sé che gli urlava come una Verità.
Ne avrebbe parlato con la compagna che divideva il fuoco con lui, con le creature che erano nate dal loro stare bene insieme corpo contro corpo, come una carne sola; ma voleva dirlo anche agli altri. Cominciò a ripetersi e a memorizzare la storia degli Inizi ed era certo che sarebbe riuscito a tramandarla per migliaia di generazioni future.

Poi una calda sera mentre la luna era ancora alta nel cielo, prese il coraggio a quattro mani e chiese di essere ascoltato:



In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque….

…Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno…

…Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti»....

…Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto».





Foto di Gianni Crestani da Pixabay

Saprò sorprendermi

Saprò accettarmi per l'uomo che sono realmente. Un individuo che cammina, che sente, che parla, e che - nonostante i suoi difetti e le sue mancanze - sa mostrarsi coraggioso.
Saprò meravigliarmi delle azioni più semplici, come fermarmi a parlare con uno sconosciuto.
Proverò stupore per le sensazioni che mi sono ormai familiari [].
Trasecolerò per i momenti di tenerezza, come quando contemplo la mia compagna dormiente e cerco di immaginare che cosa stia sognando.
Tuttavia, se non ci sarà nessuno nel letto accanto a me, mi avvicinerò alla finestra e, dopo aver osservato il cielo, avrò la conferma che la solitudine è soltanto una menzogna, giacché l'intero Universo mi tiene compagnia.
A un certo punto, mi accorgerò di aver vissuto ogni ora della giornata come una sorpresa. Mi sarò impadronito di un nuovo Io: un essere che non è stato concepito e plasmato né dai miei genitori né dalle scuole che ho frequentato, bensì da tutte le esperienze che ho vissuto.

da "Il manoscritto ritrovato ad Accra" - Paolo Coelho