domenica 15 febbraio 2009

Resoconto di una perturbazione

Proveniente da Barcellona si è abbattuta nei giorni scorsi su Genova una perturbazione a doppio sistema. Rivoluzionate le abitudine degli abitanti della zona interessata, con ripercussioni nei ritmi veglia-sonno.
Un forte grado di imprevedibilità ha caratterizzato tutto periodo di permanenza del sistema binario-spagnolo.
La perturbazione ha portato con sè anche problemi sanitari con conseguente forte aumento nel consumo complessivo di antibiotici, tachipirina e anti-infiammatori in genere.
Come ormai ben risaputo tutti i cicloni hanno un nome. A questo è stato dato il nome Marianna-Dario.
Per chi non l'avesse capito, non sto parlando nè di pioggia, nè di vento, nè di neve, ma di mia figlia e di suo marito.
Insomma una perturbazione non solo accolta ben volentieri, ma aspettata con trepidazione. L'area interessata è stata quella della famiglia e degli amici.
Purtroppo è durata poco.

domenica 8 febbraio 2009

Vivere la vita: qui, ora

Chi non ricorda il film Matrix? Gli uomini, ridotti in schiavitù, vivono nella loro mente una vita virtuale credendola quella reale.
In realtà il loro corpo è fermo, inchiodato all'immobilità. Le loro percezioni sono illusioni create dentro la mente.

Un incubo vero?
Eppure senza andare a scomodare la fantascienza è qualcosa che può capitare tutti i giorni.
Ci sono persone, ed io fra quelle, che tendono a vivere la vita nella propria testa.
E' un continuo correre nel passato a quello che avrebbe potuto essere se...
e un altrettanto forsennato balzo nel futuro anticipando quello che potrebbe succedere se...

Esistono semplici esercizi - spesso di origine orientale - per aumentare la consapevolezza dei propri sensi:
esercitarsi a percepire il caldo e il freddo,il calore, il contatto di un tessuto, concentrarsi su una piccola zona del proprio corpo e indagare le sensazioni che emana.
Lo chiamano vivere l'attimo presente, ma è qualcosa ancora di più: e' essere nel presente consapevoli del proprio corpo immerso in uno spazio che con il suo volume interagisce con altre cose ed altre persone.
E proprio la differenza fra vivere la vita nella propria testa o viverla attraverso il proprio corpo.
Il metodo migliore per mettersi in contatto con il presente è uscire dalla testa e rientrare nei sensi.
Qui ora.

venerdì 6 febbraio 2009

L'angolo del letto

Il sig. Giovanni se ne stava sul bordo del letto; si sentiva stretto all'angolo da un nemico invisibile, come un pugile suonato; era pronto ad arrendersi definitivamente scavalcando quell'ultima corda del ring...
La sua compagna non aveva del tutto rinunciato a cercare un contatto, a lanciare un salvagente, ma doveva rassegnarsi a lunghi periodi di silenzio in cui il sig. Giovanni rimaneva isolato,fuori dalla portata di un piede o di un braccio, rigorosamente girato dalla parte opposta ad evitare il contatto visivo. I sensi spenti e richiusi in se stessi.
Il sig. Giovanni provava un senso di prigionia che gli attanagliava i pensieri.

Se avesse conosciuto la potenza dell'abbraccio! Se avesse immaginato la forza liberante di una carezza. Se si fosse fidato del brivido del contatto che riporta la mente al presente, quante sofferenze si sarebbe evitato.
Ma in quel momento le tessere dei suoi sentimenti erano sparigliate; ci sarebbe voluto del tempo prima di poter intuire queste cose.

lunedì 2 febbraio 2009

Il Dubbio

Il dubbio è "male"?
Ad un estremo c'è il partito delle certezze. Per esempio tra i credenti può capitare di sentir dire "la fede autentica non deve avere incertezze non deve essere intaccata dal dubbio", e sulla stessa onda gli ormai famosi manifesti dell' associazione Atei che con pretesa scientifica annunciano: "...Dio non esiste".
All'altro estremo il partito dell'incertezza. Il dubbio che diventa strategia di vita, condizione permanente e caratteristica.

La verità è che per molti, spesso Dio è silenzio e oscurità. Un silenzio liscio e ripido come una parete di roccia, ma non per questo è contrario alla fede.
Il contrario della fede è indifferenza, rassegnazione, pigrizia mentale.

Forse solo all'ultimo giorno di questa vita ci potrà essere concesso di rivolgerci a Dio con le parole di Giobbe "Io ti conoscevo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti vedono".

Qualcuno potrebbe voler aggiungere e se invece...non dovesse esserci niente?
Beh rimane comunque la testimonianza di aver vissuto una vita alla ricerca della verità, di aver lottato per valori etici e sociali che contribuiscono a migliorare l'umanità, di aver lasciato un positivo ricordo di sé ai propri figli, nipoti e amici.

(alcune frasi sono tratte da "L'alfabeto della coppia" Luigi Ghia LDC)