martedì 29 dicembre 2009

Volare

Costa Brava, 27 Dicembre, San Pol de Mar.
I tentativi di volare in alto, pur sperimentando differenti stili, sono stati inutili ma il divertimento assicurato.

Orante

Classico

Filosofico

Leggiadro

giovedì 24 dicembre 2009

Natale a Barcellona

Viaggio Genova - Barcellona in auto, martedi 22 Dicembre.
Il quartiere di Sampierdarena era ricoperto da un sottile strato di ghiaccio che avvolgeva gli alberi spogli facendoli assomigliare a quei ninnoli di vetro o cristallo che si comprano nelle gioiellerie; le auto assumevano contorni perlacei e i ghiaccioli appuntiti pendendi tutt'intorno alla carrozzeria sembravano pizzi di una tovaglia d'altri tempi ,stesa a bella mostra li' sopra.
Cosi' che la cosa piu' difficile e' stata la partenza, anche se fino a Savona l'autostrada era stata appena riaperta per ghiaccio e vento e in Francia abbiamo guidato sotto un temporale per oltre quattro ore.
Arrivo a Barcellona con una falce di luna e qualche stella che faceva capolino dopo una giornata di pioggia.

La pioggia aiuta a scegliere un programma di visite al coperto; infatti ieri mattina, mentre i giovani dormivano, io e Mariateresa siamo andati alla Pedrera di Gaudi'.
Che meraviglia!
Ogni volta che approfondisco la conoscenza di questo genio dell'architettura si rivelano nuovi aspetti che danno alla sua opera e al suo pensiero sfumature di grande attualita', di profonda conoscenza dell'animo umano e dei meccanismi profondi della natura.
Il pomeriggio visita al museo della Fondazione Miro' e serata con passeggio su una illuminatissima Rambla.
Ma, perche' nasconderlo?, la cosa piu' appagante e' che a distanza di poche settimane sono dinuovo con tutta la famiglia riunita per qualche giorno.

domenica 20 dicembre 2009

Essere veramente concreti

Ho letto che per essere una persona veramante concreta, che non equivale semplicemente a darsi da fare, a muoversi, a riempire i vuoti e lo spazio di parole, perchè in questo caso si tratterebbe di nevrosi, per essere una persona veramente concreta, dicevo, ci vuole un equilibrio fra visione, ascolto, decisione e azione.

Cioè un equilibrio fra occhio, orecchie, cuore e mani.

Occhio, per saper riconoscere le situazioni intorno a sè.
Orecchio, per saper ascoltare le necessità.
Cuore, per saper prendere le decisioni.
Mani per mettersi all'opera.

Abbiamo fatto un "giochino" insieme ad altre famiglie amiche, cercando di scoprire in cosa difettavamo ognuno di noi.

Io per esempio difetto nel vedere; cioè ci metto un po' ad avere una visione delle cose fuori di me o capire che c'è bisogno del mio intervento. Qualche esempio banale: "Mariateresa dov'è il sale? L'ho cercato dappertutto!" ...e normalmente è esattamente davanti alla punta del naso. Oppure per strada mi immergo nei miei pensieri e rischio di non riconoscere il vicino di casa che incrocio, e ancora, ci metto un po' a capire se una persona è in difficoltà, se non me lo dice apertamente... Poi per il resto vado meglio, ascoltare, decidere e fare sono più nelle mie corde giuste.
Ma non per tutti è così: c'è chi raccontava che sa arrivare a prendere decisioni e poi non conclude (mancano le mani);
oppure chi si trova bloccato dai dubbi al momento di prendere una decisione (cuore);
chi non ha un orecchio sviluppato, cioè non sa ascoltare gli altri e quindi la dimensione "altro" rimane sottosviluppata".

Suggerimento: perchè non ci pensate?
Bastano 10 minuti da soli. Si può fare in tram, in coda, in poltrona, ed è un'occasione per conoscere meglio se stessi.
Se poi avete voglia di lasciare una traccia, grazie sono un po' curioso.

martedì 15 dicembre 2009

Presepe da viaggio

Quest'anno il mio presepe è in formato "da viaggio", nel senso che è stato allestito dentro una valigia.















Naturalmente è una valigia da immigrante anni 50'.
Quelle che usavano i siciliani quando arrivavano al nord alla ricerca di un lavoro dignitoso.
















Ma avendo appurato che il più illustre migrante è proprio Gesù Bambino, penso che l'adattamento sia adeguato.
















Il mio augurio di Natale a chi passa di qui:
scacciate via quelle immagini di festività vuota, banale e volgare che ci offe la televisione e la pubblicità, non è il Natale è il Mortale.
La festa del Natale ha un solo intestatario: Gesù.

domenica 13 dicembre 2009

ciclo di vita della famiglia

Ieri abbiamo invitato all' Itinerario di formazione per il matrimonio, la dott.ssa Lucia Corsiglia.
Psicologa impegnata, fra l'altro, in attività di consulenza nell'ambito familiare.
Abbiamo ascoltato la sua presentazione sul ciclo di vita della famiglia, cioè l'identificazione dei momenti critici nel percorso di una coppia (Carter e Mc-Goldrick).
1. Da idealizzazione al progetto: fase di formazione, antecedente alla formazione della famiglia 2. Formazione della famiglia: coppia appena sposata 3. Stadio con bambini piccoli (in particolare nascita del primo figlio) 4. Figli adolescenti 5. Distacco dei figli 6.Pensionamento e vecchiaia

Ognuna di queste fasi comporta dei cambiamenti che - in dipendenza al modello di coppia e a quello genitoriale, possono nascondere delle insidie ed essere nodi di crisi, di rottura...ma anche opportunità di crescita e maturazione.

Secondo un modello transazionale i modelli di coppia potrebbero essere - a grandi linee -
IO-TU (genitore dominante e genitore svalutato)
TU-T
U (genitori poco autorevoli) IO-IO (genitori rigidi) Modello NOI (genitori autorevoli)

Come affrontare la sfida, il lavoro necessario per amarsi per sempre?
Io riassumo tre parole chiave che ho colto.
MEMORIA: cioè non perdere mai di vista il momento iniziale, quel periodo magico che ci ha fatto scegliere lei/lui. Ricordarlo a se stessi, raccontarlo ai figli, celebrarlo. E' un punto di riferimento per i momenti difficili.
CONSAPEVOLEZZA: stare insieme è un cammino e, come si fa quando si va in montagna, occorre conoscere quali potrebbero essere i punti critici, è necessario attrezzarsi in anticipo, conoscere le insidie.
COMUNICARE: concretamente significa allenarsi ogni giorno parlando di sé e di noi. Una comunicazione che non si limiti ai fatti ma alla condivisione dell'esperienza: come sto? cosa sento? Quale sensazione provi? [pensare alla differenza fra dire: "Tu mi trascuri" o "Mi sento trascurato"]

Val Maira immagini

Certo, aver incontrato quattro giorni di sole pieno è stata una botta di fortuna.


Val Maira: parlano le immagini

Trovare un alloggio in alta Val Maira nella settimana appena passata è stata un'impresa.
Tutto chiuso, a parte la locanda di Chialvetta dove abbiamo trascorso qualche giorno di vero riposo.
Numero delle persone incontrate durante le nostre gite a base di scarponcini e ciaspole nei sentieri in attesa di neve abbondante: zero!
E' vero che il bello di questa valle è che, essendo fuori dai circuiti turistici permette un contatto vero ed autentico con la natura, ma un minimo di organizzazione in più non guasterebbe...

In compenso le immagini parlano da sè. Qui sotto una sequenza di PratoRotondo.
Sembrava di essere davanti a dipinto a china e quando, faticosamente, un raggio di sole, alle due del pomeriggio, ha fatto capolino sulle prime case, il paesaggio ha preso nuove sfumature.

lunedì 30 novembre 2009

Ma ieri pioveva o c'era il sole?

Dicono che ieri sulla Liguria e su Genova ci fosse una giornata di vento e di pioggia intensa e incessante.
Anche se, pensandoci bene, forse, quei chicchi bianchi ai bordi della strada di Torrazza, erano grandine e non sale.
E forse, il motivo per cui i sedili della mia Zafira, stamattina sembravano essere impregnati di umidità come il bucato appena uscito dalla centrifuga, deve aver a che fare con qualcosa legato alla meteorologia di ieri...
Strano! Per me c'era il sole.
Certamente non perché era il mio compleanno, ma piuttosto perché, a sorpresa, c'erano a festeggiarlo tutte tre i figli.
Il che vuol dire che è arrivata Marianna da Barcellona.
Naturalmente ho fatto la figura del tonto perché tutti sapevano del suo arrivo, anche gli amici, e io non mi sono accorto di niente, anche se erano state lasciate molte tracce. Così Sabato sera, due ore dopo aver rimproverato Benedetto che prendeva la mia macchina senza volermi dire dove sarebbe andato e nonostante una mezza gaffe di Dario che telefonava da Barcellona, mi sono ritrovato, con la mascella spalancata dalla sorpresa e con lo sguardo fisso tipico di chi non riesce a mettere in moto i neuroni, a fissare la porta d'ingresso dove Marianna si era materializzata.

Dall'espressione intelligente mentre soffio sulla torta (buonissima...al pistacchio!) si capisce che ero felice come un bambino.
(anni 56)

lunedì 23 novembre 2009

Gli uomini grigi sono fra noi

Attenzione gli Uomini Grigi sono fra noi come nel libro Momo.

Il ministro per l'Attuazione del programma di governo Gianfranco Rotondi è uno di loro.
"La pausa pranzo è un danno per il lavoro, ma anche per l'armonia della giornata. Non mi è mai piaciuta questa ritualità che blocca tutta l'Italia...le ore più produttive sono proprio quelle in cui ci si accinge a pranzare".


La pausa pranzo fa bene perchè rigenera le energie mentali e fisiche.
La pausa pranzo fa bene perchè l'uomo non è un limone da spremere.
La pausa pranzo fa bene perchè la produttività non è un Idolo.
La pausa pranzo non blocca l'Italia ma favorisce i rapporti sociali.
La pausa pranzo fa bene perchè permette di fare una passeggiata.
La pausa pranzo combatte l'ansia.
La pausa pranzo fa guadagnare Tempo.
La pausa pranzo è il riposo del Giusto.
La pausa pranzo è il respiro della giornata feriale.
Viva la pausa pranzo.

domenica 22 novembre 2009

Quale pazienza

L'autoambulanza per le emergenze coronariche è ferma davanti al portone.
La strada è stretta ma nonostante il sistematico parcheggio selvaggio è riuscita ad entrare e a fare inversione di marcia, pronta a trasportare al pronto soccorso il paziente.
Un'automobile è in coda con il motore spento, l'autista aspetta pazientemente di poter proseguire per raggiungere il posto di lavoro.
La signora esce dal portone fasciata dal suo tailleur, le chiavi della macchina tintinnano nelle mani, il passo è spedito. Si immobilizza alla vista del mezzo di soccorso che blocca temporaneamente la stradina.
" E sì" incalza a voce squillante in modo che nessuno dei passanti possa avere incertezze sul suo pensiero, "Si capisce. E' la terza volta volta in un mese che siamo bloccati per la stessa persona... Noi la pazienza ce l'abbiamo" aggiunge serrando ancora di più le labbra e irrigidendo i muscoli facciali, "capiamo tutto, ma anche noi abbiamo il diritto di poter andare a lavorare; l'ultima volta ho dovuto aspettare mezz'ora". Si, penso dentro me, il poverino ha avuto la cattiva idea di sopravvivere all'ennesimo infarto.
Un gelo scende lungo la schiena,viene voglia di rannicchiarsi per recuperare un po' di calore, ma non è colpa del vento caldo e umido che proviene dal mare.

venerdì 6 novembre 2009

Simbolo utile agli uomini

Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. È l'immagine della rivoluzione cristiana che ha sparso per il mondo l'idea dell'uguaglianza tra gli uomini fino allora assente". A scrivere queste parole, il 22 marzo 1988, era Natalia Ginzsburg sulle pagine de "L'Unità" il quotidiano fondato da Antonio Gramsci, allora organo del Partito Comunista Italiano.

giovedì 5 novembre 2009

La sorgente del tempo

Ieri sera ho riletto un capitolo del libro Momo di Michael Ende.
Gli uomini grigi convincono la gente a risparmiare tempo sottraendolo a tutti quei momenti che vengono dedicati agli altri. In realtà il tempo risparmiato viene misteriosamente rubato.

Ho chiuso il libro ed ho inevitabilmente ammesso che anch'io mi lascio rubare il tempo dalla fretta e dall'ansia di dover fare bene ogni cosa.
Stasera c'è stata l'occasione per un minimo di riscatto, alla ricerca di un silenzio fatto non solo di assenza di parole ma soprattutto di consapevolezza interiore.

Un po' seduto in una panca, un po' inginocchiato, un po' con le mani giunte e la testa china, un po' con la fronte alta rivolta verso un punto davanti a me dove un pezzo di pane bianco di forma rotonda, protetto da una piccola teca e illuminato dalle luci, si lasciava adorare come sacramento e mistero.
Mi sono tornati in mente gli uomini grigi e la loro capacità di sottrarre il tempo ed ho pensato che in quel momento stavo facendo esattamente il contrario.
Quello stare in silenzio agiva come una sorgente viva dove, in qualche modo, il tempo zampillava e scarturiva nuovo.

sabato 24 ottobre 2009

Odori

Dopo alcuni giorni di freddo e maltempo ritorna il sole.
Sono andato in campagna convinto di fare tante fotografie, invece, tra erbacce da sradicare, caccia a qualche cako (quelli maturi sono ancora troppo alti), una mezzoretta passata a prendere il calore e la luce del sole autunnale in compagnia di mia moglie e di una svogliata lucertola che oziava nel muro bianco alle mie spalle, il tempo è volato.
Però andando via mi sono reso conto che nelle mani mi sono rimasti gli odori forti del pomeriggio.
La salvia che le ultime pioggie hanno fanno crescere a dismisura,
il rosmarino che aggira gli ostacoli per trovare un posto al sole,
la menta che ho potato per eliminare tutte le foglie e le infiorescenze secche,
l'erba fresca che avevo appena tagliata con un falcetto,
l'odore della prima legna bruciata nei camini che si attacca al maglione.
Peccato che gli odori non si possano "fotografare".

Ma poi, proprio poco prima di salire in macchina, ecco lo scatto che cercavo, nel giardino di una casa vicina
un meraviglioso melograno simbolo dell'energia vitale.

martedì 20 ottobre 2009

L'abbraccio dei ricci


Chissà se i ricci di castagno amano stare vicini vicini o se le spine li costringono a trovare il giusto equilibrio di vicinanza come per le persone...

martedì 13 ottobre 2009

Occhiali per vedere meglio il mondo

Oggi come oggi bisogna stare attenti.
Guai ad essere superficiali, ogni informazione va vagliata e filtrata per farsi un'opinione personale e non di regime.
Occorre una vista acuta che sappia vedere i particolari, che non si faccia abbagliare da falsi riflessi.
Fate come me "Meglio essere previdenti" ho pensato io...e mi sono attrezzato adeguatamente.

giovedì 8 ottobre 2009

lunedì 28 settembre 2009

adagio adagio verso una fontana



"Buon giorno", disse il piccolo principe. "Buon giorno" disse il mercante. Era un mercante di pillole perfezionate che calmavano la sete. Se ne inghiottiva una alla settimana e non si sentiva più' il bisogno di bere.
"Perché' vendi questa roba?" disse il piccolo principe. "E' una grossa economia di tempo" disse il mercante. "Gli esperti hanno fatto dei calcoli. Si risparmiano cinquantatre minuti la settimana". "E che cosa se ne fa di questi cinquantatre minuti?" "Se ne fa quel che si vuole..." "Io", disse il piccolo principe, "se avessi cinquantatre minuti da spendere, camminerei adagio adagio verso una fontana..."

Chiedo a me stesso: "perché spesso devo fare tutto affannosamente?" Di certo l'ansia non migliora le prestazioni, anzi paralizza, offusca la mente, banalizza ogni cosa.


Rallentare i ritmi significherebbe dare spazio a sentimenti d'amore nei confronti di posti e persone che sono rimaste sepolte e apparentemente non hanno più spazio nei ricordi della mente.
Ho letto che c'è un legame inseparabile fra lentezza e memoria e fra velocità e oblio.
Significa che ciò che fai lentamente rimane indelebile nella memoria, potrai recuperarlo, gustarlo di nuovo, godere di ciò che è stato. Ciò che fai di fretta invece sparisce nell'annichilimento di un legame fra neuroni che non si fisserà mai.

Nel post precedente parlavo del bambino interiore, e ancora pochi giorni fa dell'importanza degli spazi in bianco. Queste cose sono legate fra loro.

Il bambino interiore attende di essere liberato dagli schemi che l'adulto gli ha confezionato addosso, ma per farlo deve accorgersi degli spazi in bianco.
Gli spazi in bianco sono quella cosa che dà il sapore alle cose della vita, per capirlo bisogna pensare alle pause fra le parole, alle virgole, all'importanza del silenzio nella musica.

Per accostarsi agli spazi in bianco bisogna rallentare, andare adagio adagio verso la fontana, come suggerisce il Piccolo Principe.

Oppure come Momo, in un bellissimo libro di Michael Ende, riprendersi il tempo che gli uomini grigi ci rubano con il pretesto di farci "risparmiare tempo".

Mangialegnate

Dicono che c'è dentro di noi c'è un bambino interiore.
E' la parte vitale di noi che sa godere della vita, che riconosce gli aspetti ironici nelle difficoltà, che guarda al futuro con speranza, che crede nelle cose "invisibili", che ha fede.

Il mio bambino interiore ha anche un nome: Enzo-Mangialegnate.
Ho già scritto di lui nel settembre del 2005.

Poche sere fa i miei figlioloni mi hanno visto rientrare a casa dal lavoro, stanco e giù di morale. Non so perchè mi hanno apostrofato: "Ehi ci racconti di nuovo di Mangialegnate?"
Il ricordo ha contribuito ad alleviare le ferite...

E' un soprannome che mi aveva dato la mamma Salvina perchè, per placare la mia irruenza, la vivacità eccessiva e i troppi capricci, non trovava evidentemnete altro metodo se non assestare qualche scapaccione "dove va, va".
Dopodichè quando la pace tornava, in uno dei tanti momenti di tenerezza, mi chiedeva: "Come ti chiami?" e io rispondevo "Enzo Mangialegnate".
Tra le performance vantate ci sono: un'ascia sulla fronte (è vero, ho ancora una piccola cicatrice); topi morti raccattati per strada e trascinati in casa; principio di incendio nel forno.
Quando ci siamo trasferiti a Genova, avevo poco meno di 5 anni", quel bambino si è ritirato da qualche parte lasciando spazio a un ragazzino timido, con tante paure, "buonino buonino".

Ma Enzo Mangialegnate c'è e quando viene fuori è il benvenuto, è l'altro lato, non-oscuro, di un rispettabile dirigente sempre disponibile, affidabile ed equilibrato.

giovedì 24 settembre 2009

S.Nicolas

Le lenzuola stese sono sempre un bel vedere.
Qui siamoa S.Nicolas (AO) Agosto 2009.

Notizie dalla costa d'Avorio

Ecco l'equipe di persone che lavorano al dispensario di Man, in Costa d'Avorio.
La presentazione è fatta direttamente da Carlo, estratta dalla chat di skype.




















Carlo: a sinistra il + piccolo é Arsene, un infermiere, molto caro, accanto a lui + grande Luc, il laboratorista; davanti a me una ragazza svizzera di passaggio Alina inseriva i dati nel PC e dava i farmaci; accanto a lei la + giovane: Benedicte che ci aiutava durante le vacanze, dietro di lei Marcelle, idem (laureata in diritto);
Io: sempre belle facce.
Carlo: accanto un po' seria: Juliette, una signora che segue la parte di igiene del laboratorio e in generale del dispensario; l'uomo che guarda a sinistra é Emile, da sempre con noi: il nostro farmacista; dietro c'é Rita una focolarina nigeriana infermiera, accanto la seconda laboratorista: Nina (sorride); in primo piano, un po' robusta Marie, che fa le traduzioni in studio con me. Dietro il + alto é il Dr salgare, della Guinea, mussulmano.
Io: questo è sui trampoli?
Carlo: no é alto... lui; sotto, piccolina e un po' seria Madelaine, aiuta coi bambini piccoli e traduce e l'ultima a destra: Triphonie, focolarina infermiera; mancava qualcuno che era in vacanza.
Io: wou che squadra, pensi che posso pubblicare la foto e i nomi sul mio blog nei prossimi giorni?
Carlo: siiii certto! Hai visto quanti? Ma mi sembra ci vogliono per fare il servizio che facciamo.
Io: siete forti
Carlo: sai lavoriamo volentieri insieme.

domenica 20 settembre 2009

Fico d'India

Il nonno tornava dalla campagna col carretto. Lo sentivo arrivare e lo aspettavo sulla porta di casa. Lui mi sorrideva e mi faceva vedere il secchio di latta colmo di succosi fichi d'india color carminio. Sceglieva i più belli e me li sbucciava con le mani nude e callose.

Pause e spazi bianchi

"Se tutte le parole fossero unite, non avrebbero senso, oppure la loro comprensione sarebbe molto più complicata: e' necessario che vi siano degli spazi"....

"..la musica esiste solo perché ci sono le pause. Le frasi vivono soltanto perché ci sono gli spazi in bianco. Quando sto facendo qualcosa mi sento completa,realizzata....nel momento in cui mi fermo capisco che manca qualcosa.... "

P.Coelho "La strega di Portobello"


Vivere gli spazi bianchi della vita, vuol dire vivere quel sottile respiro che intercorre tra una parola e la successiva.
Ho sentito dire che l'alfabeto ebraico è fatto di consonanti
e che il significato delle parole cambia in base al respiro, al soffio con cui vengono pronunciate.

Cosa sono le pause tra una parola e l'altra? Cosa i silenzi tra una nota e l'altra?

Chi ha fretta non lo sa perché è troppo impegnato a rincorrere il futuro.

Chi è sovraccarico d'ansia non lo sa perché fa di tutto per evitare quelle brevi soste. Ha bisogno di riempire di qualsiasi cosa ogni istante. E' facile in fondo.

Nel momento in cui si dovesse fermare rischierebbe di capire che manca qualcosa per realizzare il suo cammino.

Chi legge davanti ad un pubblico presto si rende conto di quanto siano importanti i silenzi, del valore delle virgole, dei punti e virgola dei due punti.
Chi suona uno strumento musicale sa che l'espressione e l'intensità della sua esecuzione dipendono in tanta misura dalle pause, dalla capacità di fermarsi e ripartire: ricerca la maggiore efficacia nel brivido che una pausa crea in chi ascolta.

Ma cosa sono le pause? Cosa succeda in una pausa?
Anche l'universo, che una volta si pensava fosse "un continuo", è fatto in realtà di pause e di spazi.
Spazi inimmaginabili fra le galassie, spazi inimmaginabili nell' infinitesimo.
Esiste addirittura un teorema, cosiddetto, di indeterminazione: un breve regno dell'incertezza, dove velocità, spazio, energia, non sono più definibili e possono assumere qualsiasi valore. Dove la materia potrebbe essere qui o da un'altra parte, essere inerte o esageratamente potente.

Cosa succede nelle pause? Cos'è quel sottile respiro?

Dove trovare il coraggio di fermarsi per un tempo non definito a priori, ad ascoltare i rumori più piccoli o cogliere le variazioni di luce?
Come giustificare l'idea di lasciare scorrere il tempo davanti ad un altare nel silenzio di una navata, senza preghiere da recitare, senza scritti da leggere?
Come recuperare gli spazi di una giornata che comincia col malumore di doversi alzare e termina la sua folle corsa solo quando lo sfinimento costringe a svenire nel sonno?

Paura di ascoltare il rumoroso e silenzioso risalire delle proprie istanze interiori ?
Paura di confrontarsi con i perché mai abbastanza sepolti?

Ci vuole coraggio: spegnere la TV; spegnere il computer; non basta per dare spazio agli spazi. Chiudere il libro, chiudere la bocca, fermare le preoccupazioni, le recriminazioni, spostare le passioni.

Cosa manca nelle cose che sto facendo? Dove mai avrò nascosto il mio tesoro per non ricordare più dov'è?

Quello spazio infinitesimo che riesco a ritagliarmi, quanti principi di indeterminazione contiene?
Sono quello che volevo essere?
Quello che volevo essere valeva la pena di essere inseguito?
Quali energie possono esplodere in una pausa?
Quale verità sul valore della vita può emergere? A quali compromessi avrò il coraggio di rinunciare?

E' passato meno di un battito di ciglio, meno del tempo necessario a inspirare l'aria nei polmoni.
Il semplice spazio di una virgola, di una pausa di biscroma prima della battuta successiva.
Ho navigato tra le galassie della mia anima.

martedì 15 settembre 2009

L'estate sta finendo...

...meno male.

E' stata una brutta stagione:
troppe persone vicine che non ci sono più; ferie interrotte; tanta voglia di riposo rimasta insoddisfatta; un familiare che ha perso il lavoro; la crisi che potrebbe lasciare altre ferite.

Troppo!

Meglio guardare avanti alla prossima stagione.

lunedì 14 settembre 2009

Globalità è out

La parola Globalità aveva smesso di avere su di me il suo fascino, già da qualche anno. E' stata abusata più è più volte: prima il "villaggio globale" nato grazie ai voli aerei intercontinentali e alle potenzialità delle telecomunicazioni; poi è stata l'economia a diventare globale con l'invenzione della produzione "just in time", delle mega acquisizioni, delle delocalizzazioni.
Ma naturalmente grande è la distribuzione; globali sono gli eventi culturali e sportivi; globale è il surriscaldamento della terra, pure la contestazione è globale o al massimo no-global.
Grande è bello! Più grande è più bello ancora.
C'è qualcosa di frustrante e di insopportabilmente retorico in questa grandezza costruita sulla scommessa dell'espansione inesauribile.
Per quanto mi riguarda, la crisi finanziaria-economica-produttiva-occupazionale ha reso questa parola definitivamente out.

Però attenzione, se dici che "piccolo è bello" sei un incompetente; allora meglio ridurre ulteriormente il raggio fino al limite molecolare dove comincia il regno delle nano-tecnologie.
Perchè non sognare il nano-mercato, la nano-art (questa credo che l'abbiano già inventata); la nano-comunicazione, la nano-impresa, la nano-politica, la nano-finanza?
In fondo in natura le cose funzionano spesso così: nano-trasformazioni, una accanto all'altra, legate fra di loro per raggiungere un fine comune.
Penso alla funzione clorofilliana delle foglie, di come è in grado di produrre energia. Ma ve lo immaginate un albero con una centrale energetica centralizzata?
Penso alla struttura del DNA che contiene racchiuso in sé il segreto della vita e alle cellule. Ci sarà un motivo se la natura non si è evoluta scrivendo il codice della vita in una memoria centralizzata piazzata fa le costole e i polmoni, no?

E pensare che il concetto di globalità c'è da molto prima della rivoluzione industriale e con un significato per niente asfissiante.
Il termine "cattolico" con cui si distingue la religione cattolica viene dal greco katholikos e significa "generale" o "universale".
Sta a significare che non ci sono privilegiati, non ci sono popoli superiori né tanto meno razze inferiori; che la salvezza, cioè il bene e il meglio, è per ogni uomo indistintamente.

mercoledì 29 luglio 2009

Nonno Luigi

Ieri ci ha lasciati nonno Luigi, anni 93.


Uso le parole dei nipoti:

A chi ha avuto la fortuna di conoscere quest'uomo auguriamo che rimanga con voi un po' della sua forza, del suo coraggio, della sua gentilezza, della sua eleganza, del suo sapere, dei suoi ricordi e dei suoi racconti.


lunedì 27 luglio 2009

Val Maira da vedere e camminare

Vacanze interrotte, per gravi problemi in famiglia.
Poche foto a ricordo di una Val Maira che apprezzo sempre di più: senza shopping ma con tante bellezze da scoprire.











domenica 19 luglio 2009

Flussi e riflussi

Quando meno te lo aspetti come un flusso e un riflusso ritorna un episodio di tanti anni fa.


1979, Francesco vuole incidere un disco con le sue ultime canzoni e mi chiede di partecipare insieme a Guido Licastro, Fabio Cartasegna, Michele Gatti.
Ci ha ascoltati suonare dal vivo e gli piace il nostro stile "progressivo" ma anche un po' folk, un po' rock, un po' jazz.
E così parte l'avventura in sala di registrazione. Per noi che eravamo abituati a suonare dal vivo è un vero salto di mentalità. Un'esperienza bellissima ed entusiasmante.
Per noi, i testi di Francesco non erano del tutto condivisibili, ma ne rispettavamo la purezza rivoluzionaria; il nostro compito era quello di identificare il miglior arrangiamento musicale per valorizzare il contenuto espressivo e sostenere la voce, forse un po' grezza ma istintiva e volutamente operaia.
Riascoltando i pezzi dopo 30 anni, mi sono emozionato e un po' commosso perchè il sound mi sembra ancora valido, e potrebbe essere considerato un buon esempio della sensibilità musicale degli anni 70'. C'è personalità, affiatamento, creatività, tecnica quanto basta.


Testi e musica: Francesco Currà
Arrangiamenti, tastiera, chitarra: Guido Licastro
Flauto: Enzo Trichini
Chitarra elettrica e basso: Fabio Cartasegna
Batteria: Michele Gatti

Per eventuali patiti del progressive: si può acquistare su E-Bay -FLUSSI E RIFLUSSI (qui il link)
Bellissima la Recensione di Saverio de Chiara